I rapporti madre figlia, a volte, possono essere conflittuali.

Si parla tanto delle madri di figli maschi e dell’enorme responsabilità educativa che hanno ma in realtà, anche le madri di figlie femmine, hanno un arduo compito da assolvere.
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Rapporto conflittuale madre figlia:

Il rapporto madre e figlia, secondo me, quasi inevitabilmente per evolvere deve passare da qualche scontro.

Perché è un legame ambivalente e complesso.

E’ abbastanza fisiologico che una madre proietti i propri desideri su una figlia femmina – con le migliori intenzioni, con la speranza che il sangue del suo sangue abbia una vita più felice o riesca dove lei ha fallito.

La stessa figlia dovrà essere abile a barcamenarsi tra soddisfare i desideri materni plausibili e la ricerca della propria identità e della propria strada.

Perché se la madre è il primo modello femminile di riferimento, può diventare anche quella da cui differenziarsi e non assomigliare con buona pace della stessa.

Rapporto conflittuale madre figlia

-madri sacrificali:
Penso a quelle figlie cresciute con madri sacrificali che hanno rinunciato a tutto, ma in realtà hanno solo avuto vite infelici – sentimentalmente e lavorativamente – che non riescono a lasciare andare le propria progenia alla vita, facendo continue incursioni “perché gestisci i tuoi figli così?”, lanciando tristi giudizi e consigli non richiesti “devi essere indipendente, devi lavorare”“devi trovare un uomo ricco”, bocciando scelte sentimentali e lavorative “Lavori troppo, trascuri i tuoi figli”.

Che poi sono solo tentativi maldestri di controllo e dipendenza.

-sindrome di Biancaneve:
Oppure le mamme eterne teen-ager che non riescono ad accettare la crescita delle figlie perché, come nella favola di Biancaneve che a un certo punto diviene la più bella del reame surclassando la matrigna, questa crescita corrisponde al proprio invecchiamento.

In un rapporto conflittuale madre e figlia il padre ha un ruolo fondamentale, come dire: dietro ad un pessimo rapporto madre e figlia c’è sempre un padre altrettanto responsabile.

Raccontare la propria storia può essere il primo passo per liberarsene. 

Può essere doloroso, ma spesso un conflitto congelato e la rottura non aiutano nessuna delle parti.

Ri-raccontare un’altra storia è ciò che si fa in terapia: questo permette di vedere la propria storia e se stesse da un’altra prospettiva, adottare nuovi comportamenti ed essere più felici.

Voi cosa ne pensate?

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