Quando si parla delle difficoltà di una mamma libera professionista gli animi si scaldano sempre.

Ieri sera sono stata a prendere l’aperitivo con due amiche di vecchissima data.
Parlavamo del più e del meno, di lavoro, del governo, della vita.
Loro non hanno figli e io raccontavo, di come è difficile conciliare la vita di una che lavora come libera professionista con l’essere mamma.
Abbiamo quasi litigato.

 

 

Ciò che mi ha fatto incazzare di più è che non capivano che in Italia per una mamma libera professionista lavorare senza aiuti è quasi un hobby.
Dicevano che era normale andare a pari o in perdita all’inizio, che la vita del libero professionista è così e se la si sceglie bisogna accettarne le condizioni.

Non gli passava minimamente per la testa che in Italia le mamme non sono tutelate, aiutate e se libere professioniste ancora meno.
E non deve essere normale, secondo me, lavorare per andare in perdita perchè hai un figlio e una collaboratrice domestica che in regola, costa più di quanto guadagni.
Parlo nello specifico del mio lavoro, in cui spesso gli appuntamenti sono fissati al sabato o a orari extrascolastici e quindi l’asilo non ti risolve la vita.

E’ agghiacciante pensare che questa mentalità sia talmente radicata da essere considerata normale, quando di normale non c’è proprio nulla perchè basta leggere i blog e le storie delle famiglie che vivono all’estero per rendersi conto che noi siamo il fanalino di coda sulla tutela del lavoro delle donne e soprattutto delle mamme.

Voi cosa ne pensate?

Essere mamma è meraviglioso, anche se l’Italia non ci aiuta.